La generalizzazione dei comportamenti: un aspetto che tante persone danno spesso per scontato
In questo articolo parlo della Generalizzazione, un argomento fondamentale da approfondire per chi vuole conoscere il cane ed evitare errori con lui. In particolare:
– Cosa significa generalizzare un comportamento
– Cosa fare per aiutare il cane a generalizzare un comportamento: esempio di una situazione
– Altri esempi di generalizzazione: gli scenari sono pressochè infiniti!
– Non considerare la difficoltà di generalizzare: Perché tante persone fanno questo errore banale? – Perché i cani generalizzano poco?
“Il cane non ascolta”... o ha bisogno di generalizzare i comportamenti?
Ci viene spesso chiesto perché un cane si comporta affidabilmente in certe situazioni, mentre in altre sembra non voler proprio ascoltare. Per esempio, una volta che il cane conosce benissimo il significato di “terra” (stare accucciato con tutte le zampe a terra), perché non lo fa ogni volta che glielo chiediamo? Perché, dopo tante lezioni al campo, ha un richiamo impeccabile al centro di addestramento e a casa, ma non torna quando siamo in un altro spazio aperto?
“Eppure sono sicura che lo sa fare! Torna sempre quando lo chiamo! Ma niente, qui non mi ascolta… con i cani poi non ne parliamo”.
I motivi possono essere diversi, per esempio:
– una comunicazione poco chiara con il cane (abbiamo già parlato dell’importanza della comunicazione nell’articolo Educazione di base: cominciamo a capirci)
– una scarsa disposizione emotiva o fisica (se sta male, o non è per niente a suo agio,..) – uno scarso rapporto con il proprietario
– un concetto ancora poco chiaro al cane, perché ancora non ha fatto un numero sufficiente
di esperienze di apprendimento. (più il comportamento è complesso, più serve ripetere l’esercizio e premiare il cane per quello che ha fatto di positivo).
Ma c’è un altro motivo, molto più banale e dato spesso per scontato: il contesto diverso. Quando il cane apprende un certo comportamento, non è detto che sappia ripeterlo così facilmente in un’altra situazione. Anzi, è molto più difficile dare ascolto al proprietario quando ci sono nuovi oggetti, persone, o ci troviamo in un ambiente del tutto nuovo.
Perciò dobbiamo ri-spiegargli quello che ha già imparato a casa, anche in questi diversi contesti. Per ogni comportamento o esercizio che insegnamo al cane, dobbiamo ripetere le stesse esperienze di apprendimento e di consolidamento in presenza di scenari diversi. Già, per il cane è come imparare un esercizio nuovo. Tecnicamente, si tratta di far “Generalizzare” un comportamento al cane.
Cosa significa generalizzare un comportamento
Generalizzare significa estendere un concetto o un comportamento da una situazione familiare ad una meno familiare.

Cosa fare per aiutare il cane a generalizzare un comportamento: esempio
Mettiamo il caso che il cane abbia fatto con noi tanti progressi in obbedienza, nel giardino di casa. Per esempio al nostro segnale rimane fermo in un posto diversi minuti, aspettando che gli diciamo “ok, vai”.
Se per la prima volta proviamo lo stesso esercizio in un posto nuovo, o proprio nello stesso giardino di casa in cui c’è qualcosa di nuovo (un irrigatore in azione!), non possiamo aspettarci da subito che il cane risponda bene come sempre.
Perciò bisogna fare dei passi indietro, insegnandogli che quello che vale “senza irrigatore” vale anche in presenza dell’irrigatore: “Resta” significa la stessa cosa… e gli ricordiamo come si fa. Possiamo prendere i bocconcini o un gioco, se il cane ha imparato così, e riproporgli lo stesso primo esercizio iniziale, con tempi di attesa brevissimi.
Questo vale per qualsiasi distrazione, per i nuovi ambienti, per tutte le situazioni che per il cane sono diverse rispetto al solito.
In sintesi possiamo dire che per far generalizzare un comportamento al cane, quindi per fargli “estendere” quel comportamento in un altro contesto, dobbiamo:
– SEMPLIFICARE gli esercizi come se fossero le prime volte che il cane sente un certo segnale! Meglio quindi servirsi di un buon premio.
– RIPETERE più volte e a distanza di tempo la stessa esperienza. Altrimenti sarà sempre “la prima volta” e quindi il cane non si abituerà mai a rispondere come vogliamo in quella situazione.
Altri esempi di Generalizzazione: gli scenari sono pressoché infiniti!
Possono esserci molte varianti che rendono le situazioni (e quindi anche i nostri comandi) completamente diversi tra loro. Vediamo alcuni possibili scenari:
– Luogo diverso Una distesa d’erba alta, il recinto di un centro cinofilo, l’ambiente di casa, la strada vicino casa, il bar, la stazione, l’autobus,… Qualsiasi posto può rappresentare un posto diverso. Più occasioni diamo al cane di accompagnarci in questi luoghi, più comunichiamo con lui in questi contesti diversi, più potrà generalizzare facilmente tutti i comportamenti.
– Luogo solito ma con diversi elementi (come nell’esempio dell’irrigatore). Elementi nuovi possono essere oggetti, odori, animali, persone, suoni,… Non è detto che il cane debba essere
attratto o incuriosito da questi elementi. Anche l’assenza di un oggetto può rappresentare una difficoltà, per esempio, se il cane è abituato ad utilizzare un target di riferimento per un certo esercizio (un tappetino, una ciotola, un cono, un cuccia, un ostacolo,..). Pure la sostituzione dell’attrezzatura che utilizziamo può fare differenza: se nell’esercizio del riporto il cane ha sempre tenuto in bocca un riporto in plastica e un bel giorno gliene lanciamo uno in legno, potrebbe pensare bene di rosicchiarlo anziché portarlo come sempre.
– Posizione diversa (del proprietario) rispetto al cane Se per insegnare “seduto” ci siamo sempre posti frontalmente al cane, per il cane non è immediato sedersi anche se siamo laterali rispetto a lui! Stessa cosa se siamo per terra, se siamo stesi sul letto, se diamo le spalle al cane, se stiamo nuotando in piscina mentre lui è a bordo vasca,…

Il richiamo è uno di quei comportamenti che è importante generalizzare: una volta che il cane accorre a noi in un ambiente ristretto e controllato, dobbiamo esercitarci affinché sia affidabile anche in presenza di altri cani e distrazioni.
Non considerare la difficoltà di generalizzare: Perché tante persone fanno questo errore banale?

E’ vero che il cane non generalizza quanto noi, ma non c’è dubbio sul fatto che discrimina mooolto meglio di noi…col suo fortissimo naso! Distingue così bene gli odori che è in grado di riconoscere piccolissime particelle odorose in un ambiente iper-contaminato da altri odori. Questa innata capacità del cane è “sfruttata” per trovare la droga, gli esplosivi, l’ipoglicemia delle persone diabetiche, le banconote false, il tartufo, le tracce di una persona,…La lista potrebbe continuare!
Perché i cani generalizzano poco?
Perché hanno un cervello diverso dal nostro. La neocorteccia, più sviluppata nell’uomo che in altre specie, è specializzata nel riconoscimento e nell’apprendimento delle “regolarità” dell’ambiente (Norman & O’Reilly, 2003). La neocorteccia identifica le similarità tra gli eventi e permette di generalizzare, di creare rappresentazioni, in altre parole di adattarsi a nuove situazioni simili ad una che hanno conosciuto precedentemente. Così, una volta che abbiamo imparato a guidare una macchina, possiamo velocemente imparare a guidare diverse macchine, e tutti gli automezzi che funzionano con pedali e volante.
Un’altra struttura che pare sia coinvolta nell’apprendimento è l’ippocampo, che è molto simile tra tutti i mammiferi e funziona in maniera quasi opposta alla neocorteccia, memorizzando gli eventi specifici e fondamentalmente diversi. Dal momento che la neocorteccia umana è molto più sviluppata di quella del cane, siamo molto più portati a generalizzare rispetto ai cani. Troviamo più facilmente le similitudini che le differenze, al punto da trarre conclusioni sulla base di poche informazioni; troviamo velocemente delle possibili spiegazioni alle azioni degli altri, creiamo degli stereotipi,… Per i cani invece, i dettagli possono avere più significato che per noi, quindi le stesse informazioni che apprendono a casa possono non avere nessun significato al parco. Questo non
significa che i cani non generalizzino affatto, infatti, quando entrano in gioco le emozioni forti, un semplice evento spiacevole o bellissimo potrebbe portare delle conseguenze durevoli nel comportamento del cane, delle modifiche sensibili. Insomma, non solo i cani e le persone si focalizzano su diverse categorie di informazioni, ma le memorizzano anche in maniera diversa!
Se vuoi approfondire questo tema, alla fine dell’articolo trovi uno studio che spiega il ruolo
complementare di queste due strutture del cervello, neocorteccia e ippocampo, coinvolte nei processi della memoria. Per completezza va anche detto che quello proposto in questo studio non è l’unico modello che cerca di spiegare la complessa interazione tra queste strutture.

Nell’immagine è rappresentato il cervello del cane. In verde c’è la neocorteccia, che ha meno “pieghe” rispetto a quella umana perché meno estesa.
Come Noi intendiamo fare la differenza
Proprio per aiutare i cani a generalizzare le cose che insegnamo, nei nostri programmi di educazione facciamo lezioni sia al Centro, sia a domicilio, che fuori. Dove ce n’è bisogno insomma. Così agevoliamo il lavoro che spetta al proprietario: essere una guida autorevole, sicura e rispettosa delle esigenze del proprio cane.
Se hai bisogno di un consiglio o di un aiuto con il tuo cane puoi contattarci o prenotare una lezione con un addestratore.
Woodworth, R. S., & Thorndike, E. L. (1901). The influence of improvement in one mental function upon the efficiency of other functions. (I ) Psychological Review